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martedì 23 dicembre 2025

I Diritti umani nel 2025

 

Un articolo di Internazionale sullo stato del rispetto dei diritti umani nel 2025  - Troppe ombre ma anche qualche luce


Dicembre 2025

https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2025/12/23/diritti-umani-2025

venerdì 5 dicembre 2025

Voci venute dal nostro silenzio

 


Il racconto di uomini, donne e ragazzi salvati dalla nave "Life support" di Emergency 

Per ricordare che i migranti non sono numeri, sono esseri umani che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalle torture dei trafficanti, sono persone senza diritti private della loro dignità alle quali abbiamo il dovere di dare voce perché emergano dal nostro silenzio.

La storia di oggi

“Per una donna in Siria è quasi impossibile avere un lavoro e libertà personale”

Per una donna, soprattutto se cristiana come me, oggi in Siria è quasi impossibile avere un lavoro e libertà personale. C’è molta discriminazione verso noi cristiani in diverse zone del Paese, quindi, nel 2020, insieme a mia madre, sono andata in Iraq.

Lì ho trovato impiego in una fabbrica di carta, poi nel 2022 mi sono sposata in Libano con un uomo siriano: lo conoscevo da 25 anni ma sette anni prima lui era andato in Germania passando dalla rotta balcanica. Per sposarci ci siamo incontrati a Beirut.

Gli ultimi due anni riuscivo a malapena a sostenere me e mia madre, così quando lei è morta ho venduto quello che avevo per arrivare in Libia. È da quando mi sono sposata che non vedo mio marito. Questo viaggio è la coronazione di un sogno iniziato tanti anni fa: raggiungere l’Europa per vivere insieme a mio marito. Grazie a voi questo sarà possibile.”

S. K., siriana di 44 anni | soccorsa a ottobre 2024

fonte:   da storie di migranti dalla Life Support EMERGENCY

martedì 2 dicembre 2025

Basta silenzio su Alberto Trentini

 A un anno dall'arresto cala l'attenzione sul caso




di Fabio Bartoli

Laureato in Storia contemporanea all'Università di Venezia, Alberto Trentini 46 anni, dedica un ventennio al settore dello sviluppo e della cooperazione internazionale coprendo vari paesi in Medio Oriente, Africa e Sud America. Dopo due settimane dal suo arrivo in Venezuela, inviato come capo missione dell'Ong francese Humanity Inclusion, viene arrestato mentre trasporta aiuti umanitari dalla capitale verso il sud-ovest del Paese. Per due mesi non si hanno notizie di lui e viene negato qualunque contatto ad avvocati e rappresentanti consolari. Trentini, arrestato dalla polizia amministrativa che controlla l'immigrazione, viene consegnato alla Direzione del controspionaggio militare (Dgcim) e dopo alcune attività amministrative tradotto a Caracas nel carcere di massima sicurezza di El Rodeo. Qui vive una detenzione durissima come testimoniato da un detenuto svizzero con cui ha diviso la cella e rilasciato lo scorso Luglio grazie all'intervento delle autorità del suo governo senza che sia dato conoscere a quali condizioni.

La vicenda va inquadrata in una vasta operazione di repressione attuata dal regime di Maduro nei confronti non solo dei dissidenti ma anche nei confronti di Ong che operano lontane dalla politica accusate di essere finanziate da governi stranieri con l’intento di rovesciare il regime. Dopo le contestate elezioni che hanno mantenuto al potere Maduro, sono almeno 28 le persone sparite di cui 12 stranieri senza permesso di assistenza consolare dei lori Paesi in palese violazione del Diritto Internazionale.


Il deterioramento dei rapporti con gli USA dopo la rielezione di Trump unito alla polemica che Caracas aveva intavolato in precedenza con L’ONU ed in particolare con l’Alto Rappresentante per i Diritti Umani Volker Türk dichiarato persona non grata in Venezuela aggrava, se possibile, la vicenda di Alberto Trentini rendendola ancora più complicata da risolvere.

Secondo fonti giornalistiche italiane e contatti con l’opposizione locale, l’Italia è nel mirino di Maduro per aver respinto le richieste di estradizione di Rafael Ramirez più volte Ministro dei governi Chavez con una carriera professionale nel settore petrolifero e una seconda in diplomazia come rappresentante del suo paese all’Onu, incarico dal quale fu dimesso proprio da Maduro nel 2017.


Ora la questione è capire il silenzio o almeno una diminuita attenzione al caso Trentini che, dopo l'iniziale interesse dell'opinione pubblica non è stato seguito da una significativa mobilitazione in suo favore. Se rimane comprensibile il riserbo del governo italiano probabilmente impegnato in un lavoro diplomatico “coperto”, a parte alcuni giornalisti e alcune personalità politiche, di Trentini si parla sempre meno. Perché? Altri casi spinosissimi anche in epoca recente hanno trovato vasta eco mediatica.


E’ necessario che l’opinione pubblica, le associazioni di volontariato, i partiti politici, non solo al vertice ma soprattuto a livello locale attraverso l’informazione, il volantinaggio, il dialogo con i cittadini, accendano la luce su questa vicenda. Bisogna spingere il governo italiano a fare di più perché ogni vita in pericolo deve essere difesa con ogni mezzo, perché Alberto Trentini rappresenta quell’Italia solidale che senza proclami e pubblicità, si impegna ogni giorno al fianco dei poveri e dei dimenticati del mondo spesso rischiando la propria vita.


Dicembre '25      

giovedì 27 novembre 2025

Voci venute dal nostro silenzio

 



Il racconto di uomini, donne e ragazzi salvati dalla nave "Life support" di Emergency 


Per ricordare che i migranti non sono numeri, sono esseri umani che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalle torture dei trafficanti, sono persone senza diritti private della loro dignità alle quali abbiamo il dovere di dare voce perché emergano dal nostro silenzio


“Qualsiasi luogo sarebbe stato meglio che lì”


“Nel 2014 me ne sono andato dal mio Paese perché è scoppiata la guerra e la mia città è stata molto colpita. Non è stato difficile decidere di partire: qualsiasi luogo sarebbe stato meglio che lì.

Così sono andato in Libano, dove mi ha raggiunto la mia famiglia e per quasi otto anni ho lavorato come tecnico per una ditta di condizionatori. Ma negli ultimi due anni alla pesante crisi economica vissuta dal Paese si è aggiunta un’ondata di nazionalismo che ha portato a episodi di violenza contro i siriani e in generale contro tutti gli stranieri.

Mi sono quindi spostato in Libia per provare a raggiungere l’Europa e stabilirmi in Germania, dove cercherà di raggiungermi anche la mia famiglia. Loro intanto si sono trasferiti a Beirut da alcuni parenti, per fuggire dai bombardamenti nel sud del Libano. Spero che un giorno la Siria diventi un paese sicuro, senza corruzione, senza guerra, dove poter vivere in pace”.

Un ragazzo siriano | soccorso a ottobre 2024

fonte: da storie di migranti dalla Life support EMERGENCY

martedì 25 novembre 2025

La Slovacchia si allinea a Orban sui diritti LGBT+

 

di Fabio Bartoli

Il 21 Novembre la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro la Slovacchia per gli emendamenti costituzionali approvati lo scorso settembre dal parlamento che in primo luogo limitano i diritti delle persone Lgbt+. L’avvertimento a non procedere inviato nelle scorse settimane dalla commissione è stato ignorato e ora il governo slovacco ha due mesi di tempo per rispondere alle contestazioni.

Lo strappo del premier Robert Fico è grave, forse il segnale di una crisi dell’Unione a est  senza precedenti.  Il Gruppo di Vysegrad costituito da  Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia ha visto un’attenuazione delle polemiche dei primi due componenti dopo l’invasione dell’Ucraina, mentre Ungheria e Slovacchia hanno allargato il dissenso con una vicinanza a Mosca sempre più evidente. Il premier Fico nominalmente social-democratico, iscritto al Partito socialista europeo dal quale è stato sospeso nel 2023, ora rischia seriamente di esserne espulso. Nell’ultimo anno si è recato a Mosca ben quattro volte e, unico leader europeo, ha assistito alla sfilata militare sulla Piazza Rossa per il Giorno della Vittoria

Ma nel dettaglio quali sono i provvedimenti che hanno destato l’attenzione di Bruxelles?

Vediamoli facendone un rapido elenco:

  • Per la legge slovacca esistono solo due generi
  • L’adozione è riservata alle coppie eterosessuali
  • Vengono strette le maglie per chi decida di avviare un percorso di transizione di genere
  • Una legge del 2014 (sempre con Fico Premier) ha sancito in Costituzione che il matrimonio è esclusivamente tra uomo e donna e, inoltre, non esiste una legge sulle unioni civili.
  • Le scuole del Paese sono “chiamate” ad insegnare solo ciò che è conforme alla Costituzione
  • Nell’ultimo provvedimento si rende necessaria l’approvazione dei genitori per la frequenza degli alunni ai corsi di educazione sessuale/affettiva
  • Viene di fatto istituito un controllo del governo sui programmi scolastici


Il leader dei cristiano-democratici Igor Fico (omonimo del Premier) ha esultato descrivendo l’emendamento una diga contro il progressismo e definendo l’ideologia liberale un cancro.


La commissione inoltre, non ha potuto evitare l’intervento poiché il provvedimento è stato accompagnato dalla dichiarazione di supremazia delle leggi nazionali su quelle europee relativamente alle “questioni culturali ed etiche”


La stessa Amnesty International ha definito devastante l’effetto che questi emendamenti avranno sulle comunità Lgbt+.


Tutto questo arriva alla fine di un percorso di erosione progressiva dei diritti che già in passato era evidente allorché limitazioni erano state introdotte alla libertà di stampa, al controllo politico dell’attività e dei percorsi di carriera dei giudici, aggiustamenti più o meno radicali delle leggi elettorali, progressivi interventi sulle carte costituzionali intesi a ridefinire i contenuti in senso reazionario (cioè riduzione delle libertà individuali e collettive in cambio della “sicurezza”, uno dei concetti cari a Putin).

Molte di questi provvedimenti somigliano in modo impressionante alle attività di quelle formazioni politiche di destra che dal governo o dall’opposizione, attaccano costantemente i diritti civili e sono passati dall’anti europeismo militante alla demolizione dall’interno dell’Europa comunitaria, mostrandosi sempre più insofferenti alle forme di controllo e di contrappeso previste tradizionalmente nelle democrazie liberali.


Novembre 2025