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martedì 25 novembre 2025

La Slovacchia si allinea a Orban sui diritti LGBT+

 

di Fabio Bartoli

Il 21 Novembre la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro la Slovacchia per gli emendamenti costituzionali approvati lo scorso settembre dal parlamento che in primo luogo limitano i diritti delle persone Lgbt+. L’avvertimento a non procedere inviato nelle scorse settimane dalla commissione è stato ignorato e ora il governo slovacco ha due mesi di tempo per rispondere alle contestazioni.

Lo strappo del premier Robert Fico è grave, forse il segnale di una crisi dell’Unione a est  senza precedenti.  Il Gruppo di Vysegrad costituito da  Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia ha visto un’attenuazione delle polemiche dei primi due componenti dopo l’invasione dell’Ucraina, mentre Ungheria e Slovacchia hanno allargato il dissenso con una vicinanza a Mosca sempre più evidente. Il premier Fico nominalmente social-democratico, iscritto al Partito socialista europeo dal quale è stato sospeso nel 2023, ora rischia seriamente di esserne espulso. Nell’ultimo anno si è recato a Mosca ben quattro volte e, unico leader europeo, ha assistito alla sfilata militare sulla Piazza Rossa per il Giorno della Vittoria

Ma nel dettaglio quali sono i provvedimenti che hanno destato l’attenzione di Bruxelles?

Vediamoli facendone un rapido elenco:

  • Per la legge slovacca esistono solo due generi
  • L’adozione è riservata alle coppie eterosessuali
  • Vengono strette le maglie per chi decida di avviare un percorso di transizione di genere
  • Una legge del 2014 (sempre con Fico Premier) ha sancito in Costituzione che il matrimonio è esclusivamente tra uomo e donna e, inoltre, non esiste una legge sulle unioni civili.
  • Le scuole del Paese sono “chiamate” ad insegnare solo ciò che è conforme alla Costituzione
  • Nell’ultimo provvedimento si rende necessaria l’approvazione dei genitori per la frequenza degli alunni ai corsi di educazione sessuale/affettiva
  • Viene di fatto istituito un controllo del governo sui programmi scolastici


Il leader dei cristiano-democratici Igor Fico (omonimo del Premier) ha esultato descrivendo l’emendamento una diga contro il progressismo e definendo l’ideologia liberale un cancro.


La commissione inoltre, non ha potuto evitare l’intervento poiché il provvedimento è stato accompagnato dalla dichiarazione di supremazia delle leggi nazionali su quelle europee relativamente alle “questioni culturali ed etiche”


La stessa Amnesty International ha definito devastante l’effetto che questi emendamenti avranno sulle comunità Lgbt+.


Tutto questo arriva alla fine di un percorso di erosione progressiva dei diritti che già in passato era evidente allorché limitazioni erano state introdotte alla libertà di stampa, al controllo politico dell’attività e dei percorsi di carriera dei giudici, aggiustamenti più o meno radicali delle leggi elettorali, progressivi interventi sulle carte costituzionali intesi a ridefinire i contenuti in senso reazionario (cioè riduzione delle libertà individuali e collettive in cambio della “sicurezza”, uno dei concetti cari a Putin).

Molte di questi provvedimenti somigliano in modo impressionante alle attività di quelle formazioni politiche di destra che dal governo o dall’opposizione, attaccano costantemente i diritti civili e sono passati dall’anti europeismo militante alla demolizione dall’interno dell’Europa comunitaria, mostrandosi sempre più insofferenti alle forme di controllo e di contrappeso previste tradizionalmente nelle democrazie liberali.


Novembre 2025






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