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domenica 7 marzo 2010

Il voto inutile



Yoani Maria Sánchez Cordera (L'Avana, 4 settembre 1975) è una giornalista web cubana. Laureata in filologia nel 2000, alla Università della Avana. Nel 2002 emigra nella Svizzera Tedesca dove impara ad usare il web, ma per problemi familiari rientra a Cuba nel 2004. Nell'aprile del 2007 in collaborazione con un server tedesco crea il blog Generación Y (che le ha dato rinomanza internazionale) dove pubblica regolarmente cronache di vita cubana, caratterizzate da un tono acutamente critico sul governo, e tradotte in 18 lingue.
Vedo i miei concittadini recarsi come automi al negozio, vegetare docilmente sul lavoro e inserire senza speranze le schede nelle urne. Le loro esistenze trascorrono mentre comprano il pane - ogni volta più piccolo - riscuotono il simbolico salario che non è sufficiente neppure a vivere male e alzano le mani durante le assemblee per nominare i candidati. Nessuno degli eletti con l’attuale meccanismo elettorale riuscirà a risolvere i problemi quotidiani che rendono difficile la vita a Cuba. I candidati sono persone sconosciute, a stento abbiamo le loro foto e leggiamo biografie colme di “imprese”, nelle quali si dichiara - quasi sempre - che hanno “umili origini”. Non viene mai fatta parola in merito a programmi e intenzioni dopo aver assunto il nuovo incarico. Curiosamente quasi tutti coloro che arrivano a ricoprire il ruolo di delegati della circoscrizione sono militanti del PCC e considerano la disciplina di partito come il più importante dei doveri. Non rappresentano i loro elettori di fronte al governo e non sono la nostra voce proiettata verso le istituzioni, ma soltanto gli araldi delle cattive notizie che provengono dall’alto, canali di trasmissione di regole e direttive decise da poche persone. In oltre trent’anni di esistenza questi rappresentanti del Poder Popular non sono riusciti a ottenere una raccolta efficiente della spazzatura, un lavoro di qualità nelle panetterie e fognature capaci di raccogliere le acque di scarico. I nostri rappresentanti non incarnano neppure l’eterogeneità delle tendenze presenti nella società. Sono arrivati a ricoprire certe posizioni più per fedeltà ideologica che per capacità di gestione.

Questa notte avrà luogo la riunione per proporre i candidati del mio quartiere. La convocazione è arrivata da un paio di giorni mentre la televisione invitava a eleggere i migliori e i più capaci. Tuttavia, non ho neppure un briciolo di fiducia in un meccanismo che ha dimostrato la sua inoperatività e il suo settarismo. Mi piacerebbe alzare la mano per nominare il vicino dalla parola ferma e i progetti concreti che vive di fronte, ma non viene considerato chi propone un “dissidente”, incluso coloro che sembrano soltanto propensi al cambiamento. Ci sono molte possibilità che venga votato lo stesso delegato che da oltre dieci anni promette soluzioni, ben sapendo che non è compito suo portarle a compimento. Lui è il comodo candidato di queste elezioni inutili e noi siamo soltanto marionette che devono alzare la mano e riempire la scheda.

di Yoani Sanchez
traduzione di Giordano Lupi

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